Dentosofia

La dentosofia (da dens, dente, e sophia, saggezza) è una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, dell’essere umano e del mondo intero.

Così è stata definita circa vent’anni fa da Michel Montaud e Rodrigue Mathieu, due medici dentisti di scuola antroposofica. La bocca riveste un ruolo centrale per l’equilibrio e la salute dell’intero organismo, e proprio in questo si differenzia dalle terapie dentistiche convenzionali: ogni atto terapeutico viene eseguito nel riconoscimento dei legami che intercorrono tra il cavo orale e il paziente nella sua integralità di corpo e mente. Quando parlo di mente intendo il nostro equilibrio psicoaffettivo, che in qualche modo si evidenzia nel cavo orale con la posizione, le malattie o i traumi che i denti subiscono.

Alla base della dentosofia c’è l’idea che alla nascita la bocca sia in equilibrio. Poi accade invece che le funzioni vitali di suzione, deglutizione, respirazione, fonazione e masticazione possono svilupparsi in modo non armonico e andare a rompere l’equilibrio interno alla bocca. Alcune azioni che potrebbero alterare questo stato di grazia? Respirare con la bocca, masticare da un solo lato. Queste alterazioni si ripercuotono su un piano fisico e su un piano psichico, dal momento che bocca e denti rappresentano in deontosofia archetipi e stati psicologici.

La carie in deontosofia

La carie è una cavità più o meno estesa della corona cauata da batteri. All’inizio non è accompagnata da dolore, i sintomi spuntano solo in una fase successiva, quando la carie raggiunge la dentina (area che si trova sotto lo smalto). Il dolore si intensifica quando l’infezione raggiunge la polpa. In odontoiatria classica si usano strumenti meccanici per rimuovere il tessuto cariato e si procede poi con otturazione della cavità residua.

In dentosofia il procedimento è simile ma i metodi sono meno invasivi rispetto all’odontoiatria classica: il laser prende il posto del trapano e tutti i materiali usati sono possibilmente biocompatibili, questo sempre perché in dentosofia c’è un nesso imprescindibile tra denti, corpo umano, pianeta.

I denti del giudizio in deontosofia

In fondo, ma davvero in fondo, alle arcate dentali superiore e inferiore abbiamo quattro denti molari detti denti del giudizio o ottavi. Se questi sono posizionati male, la gengiva si può infiammare per compressione o per infezione. I sintomi sono simili a quelli causati dall’ascesso. Spesso i dolori sono difficili da interpretare in un primo momento, ma quando l’infezione si espande, i dolori si irradiano anche lontano dalla sede del dente e causano disagi forti che impediscono il proseguimento delle normali azioni quotidiane e non consentono di concentrarsi a dovere.

In odontoiatria classica si usano antidolorifici, terapia antibiotica e si estrae il dente o i denti interessati. In dentosofia si cerca di vitare l’estrazione, inserendo l’attivatore funzionale in modo da creare lo spazio necessario ad accoglierli. Curando la bocca l’attivatore va anche ad agire sulle curvature della colonna vertebrale.

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Niente trapani, niente sedute traumatiche, niente antidolorifici di cui imbottirsi; la dentosofia si serve di un solo apparecchio in silicone (originariamente era in caucciù), detto attivatore funzionale. 

Il dottor Renzo Ovidi, medico odontoiatra, da oltre dieci anni sta applicando e approfondendo questa metodologia con grandissime soddisfazioni, e l’arricchimento non è solo professionale ma anche umano. Per Terra Nuova Edizioni ha appena pubblicato il volume Perche’ i figli della playstation hanno i denti storti 

Lo strumento simbolo della dentosofia è l’attivatore plurifunzionale (APF). Cos’è esattamente e come si esplica la sua funzione?

Questo strumento, ideato da Soulet-Besombes, prodotto originariamente in caucciù e attualmente disponibile anche in silicone, a prima vista sembra un’apparecchiatura molto semplice ma in realtà la sua azione è complessa, non a caso si chiama plurifunzionale. Simile al paradenti di un pugile, ha un’azione sul riequilibrio della bocca e di conseguenza anche sulla postura. Ripristina e normalizza funzioni neurovegetative oro-faringee come la masticazione, la deglutizione, la fonazione e la respirazione nasale e innesca processi elaborativi lavorando, con piccole azioni di tipo osteopatico, su quei denti il cui contenuto archetipico ha manifestato una disarmonia, una perturbazione che può essere somatizzata.

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Dal cofondatore della dentosofia un percorso di salute e consapevolezza sulla natura dell’essere umano

Scriveva Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia: “Nei denti si concentrano tutti i misteri dell’universo”. Michel Montaud, autore di Denti e salute, in questo suo ultimo libro spiega le basi della dentosofia o meglio evidenzia i legami che esistono tra denti (conformazione della bocca) e la nostra sfera psico-affettiva.

FONTE : cure naturali .it

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