FRUTTA SECCA E FRUTTA DISIDRATATA

Nonostante vengano spesso messe entrambe sotto il nome di “frutta secca” la frutta secca vera e propria e la frutta disidratata hanno origini, caratteristiche e valori nutrizionali completamente diversi.

La FRUTTA SECCA vera e propria, viene spesso chiamata anche FRUTTA IN GUSCIO , frutta oleaginosa o semplicemente “noci”. In generale la definizione di noce indica un frutto composto da un guscio duro e resistente, che serve a proteggere il seme vero e proprio in genere commestibile. La frutta secca più comune è rappresentata da noci comuni, mandorle, nocciole, pistacchi e pinoli. A questi si aggiungono le noci più “esotiche” come le noci Acagiù o anacardi, le noci del Brasile, le noci Pecan e le noci di Macadamia. Spesso anche le arachidi vengono inserire nella categoria “frutta secca” anche se in realtà appartengono alla famiglia dei legumi.

In generale le “noci” sono buone fonti proteiche e hanno un elevato contenuto di grassi, in particolare grassi insaturi (i cosiddetti “grassi buoni”) della classe omega-6 e omega-3. Sono inoltre un’ottima fonte di vitamine (B1, B2, B6, E e A) oltre che minerali (fosforo, magnesio, calcio, zinco e potassio), fitosteroli, che insieme ai grassi polinsaturi contribuiscono al mantenimento di normali livelli di colesterolo nel sangue, e un gran numero di composti con azione antiossidante e antinfiammatoria.

La FRUTTA DISIDRATATA tradizionale o FRUTTA ESSICCATA o frutta secca glucidica, invece, altro non è che frutta fresca (mele, fichi, albicocche, prugne, mango, ananas, papaya, uva sultanina, frutti rossi, banana, pitaya, ecc.) a cui è stata tolta quasi completamente l’acqua.

L’essiccazione è uno dei metodi di conservazione più antichi del mondo: una volta veniva fatta esponendo la frutta tagliata in pezzi al sole mentre adesso viene fatta a livello industriale con tecniche più moderne in maniera più precisa e standardizzata. Pur essendo un metodo di conservazione molto valido, l’essiccazione provoca qualche cambiamento dal punto di vista nutrizionale: oltre alla concentrazione dei nutrienti che, a parità di peso, risultano essere molto più concentrati rispetto al corrispettivo fresco (zuccheri compresi) alcuni nutrienti più deperibili come la vitamina C tendono a degradarsi durante il processo. Come avviene per la frutta fresca anche la frutta disidratata contiene nutrienti diversi a concentrazioni diverse a seconda della tipologia di frutta: in generale tutta la frutta disidratata è un’ottima fonte di fibre, mente ad esempio il mango disidratato è una utile fonte di rame, l’ananas contiene buone concentrazioni di manganese, l’uva sultanina e le albicocche forniscono potassio, le banane oltre al potassio sono anche una buona fonte di vitamina B6, ecc.

Alla categoria “frutti rossi” appartengono invece le bacche di Goji e i mirtilli rossi o neri che possiedono un’elevatissima concentrazione di antiossidanti come polifenoli e antocianine. Alla categoria frutta disidratata “zuccherina” appartiene anche lo zenzero anche se si tratta di una radice: viene generalmente venduto in forma zuccherata come caramella balsamica, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, ma anche come digestivo e anti-nausea.

Sia la frutta secca che quella disidratata hanno caratteristiche nutrizionali che le rendono ottimi alleati della dieta sana e sono cibi importanti da inserire nella propria alimentazione quotidiana.

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FONTE : fruttaebacche.it

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